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Accuso

Buongiorno vostro onore,
perdoni aspetto e odore, ma aspetto da sei ore di poterle dire direttamente e chiaro che qui
io mi dichiaro estraneo e innocente e strenuamente mi difenderò a tutti i costi. La prego, si
discosti un poco e faccia in modo che le parli faccia a faccia, per favore, ne va del mio buon
nome, non m’ero mai sentito accusare di essermi arreso!
È un peso, sì, però io son così! Lo so, non sono il volontario che avrei voluto essere, e se
resto in questo stato è perché non sono stato abbastanza coraggioso da rincorrere il mio
sogno di cantante, ma si dicon tante cose quando si crede nel futuro, ma è dura, ve lo giuro,
giocare al duro e puro contro il muro del reale. Restare e provare a cambiare le cose è
altrettanto coraggioso.
Col raggio sonoro di ciò che dico e sento, vorrei entrarvi dentro e tentar di risuonare. Sua
eminenza. E senza riguardi, le chiedo: mi guardi!
Le guardie faccian ciò che dice, mio giudice inclemente, che m’indice nella mente il peggiore
dei processi: proprio lei, sì, il sedicenne me, che sedicente intellettuale ha passato ore a
postulare amore universale e università gratuite, teletrasporti elettrici ed elettrici elette per far
smettere violenze su donne assai migliori dei milioni di uomini vuoti, idioti e istrioni, che
credon di esser alpha ma son solo dei co… dei cafoni
Perdoni sua eccellenza, la mia impertinenza, ma ribadisco ancora l’importanza dell’eloquio,
e qui io fermamente affermo: LA PAROLA È LA SOLA ARMA CHE PUÒ PIÙ DI QUALSIASI
BOMBA!
E da qui sino alla tomba, io proverò a cambiare tutto ciò che posso a colpi di senso e col
dissenso, lei provi ad osservare quanto serva il parlare, e quanto sia potente e concreta la
voce di Greta, mi grazi, la prego, non vede che nego l’ego e che l’unico valore che porto
dentro me è l’onestà di essere chiaro, io che rimedio rime di ori, medio rimedi o rido di me
che mediocre, ridò senso ai sensi.
Non sente, signor giudice, l’importanza del significato?!
Si segni a verbale che lo scambio verbale è la linfa vitale del bene comune, e la
comunicazione dovrebbe avere l’ascolto come unica azione fondamentale. E la forma
mentale in cui Dubito e affondo è che
“siamo solo soli, in fondo”
siamo fatti tutti di versi, quindi tutti uguali di fronte alla leggerezza dell’essere soli in mezzo al
nostro universo, verso tutto quel che posso nell’abisso del senso e possono fraintendermi e
portarmi via tutto quello che ho, ma:
tutto quello che suono
tutto quello che sono
tutto quello che so, no
perché non mi interessa essere il migliore
ma voglio ancora avere
quella bella voglia d’imparare
che rimane a chi ci tiene
e nell’impronta di chi m’ha preceduto
m’importa che nel porto e nell’approdo che sono e resto
da oggi,
io,
mi porto tutto questo

del resto, le migliori parole che vorrei essere
io
non le ho ancora scoperte.
E per te, e tutto quel che sei, anzi, per noi sette miliardi
io lotto
e lotterò
e finché avrò voce
scriverò

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